Grecia: il campo profughi di Moria brucia mentre la repressione statale s’intensifica

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Nel seguente report dalla Grecia, gli anarchici descrivono l’incendio del campo profughi di Moria e la risposta a livello nazionale, nonché l’ultimo capitolo di altre lotte contro la repressione statale su svariati fronti.

Questo aggiornamento è un adattamento del contributo mensiledi Radio Fragmata al podcast “Bad News Report”. Potete legere anche i nostri report di Maggio, giugno, luglio, e agosto.


Un altro mese, un altro report sulla situazione qui in Grecia. Non c’è stata nessuna pausa nella repressione da parte dello Stato, né pace per gli emarginati e gli esclusi. Un altro storico squat è stato sgomberato, la disperazione economica che molti già affrontano sta diffondendosi, la società si sposta verso destra sotto la guida dei media statali e istituzionali e il più grande campo di concentramento che ospita migranti in tutta Europa è stato travolto dalle fiamme, facendo rimanere senza un tetto migliaia di persone.

Come nel resto del mondo, ogni mattina porta nuove preoccupazioni, nuovi disastri, nuove forme di precarietà. Condividiamo le seguenti informazioni alla ricerca di una solidarietà implacabile e senza confini.

-Radio Fragmata, settembre 2020

Rifugiati che manifestano dopo l’incendio di Moria. “Azadi!” Libertà!


Moria brucia—Lo Stato greco fa la vittima

Il campo profughi di Moria sull’isola di Lesbos è andato a fuoco.

Lo Stato afferma che questo sia stato il risultato di manifestazioni di disperati all’interno del campo che hanno reagito alle nuove misure che la Polizia aveva introdotto senza scrupolo alcuno in risposta a un’inevitabile, e ora inevitabile, epidemia di COVID-19 all’interno del campo. All’inizio di settembre sono stati resi pubblici circa 35 casi; considerando l’intenso sovraffollamento del luogo, si dovrebbe presumere che il numero potrebbe essere molto più elevato. Qualcuno si chiede se i fascisti vicini abbiano colto l’occasione per appiccare il fuoco sotto la copertura delle proteste dei rifugiati. Quel che è certo è che alcuni abitanti del villaggio volevano che coloro che fuggivano dalle fiamme bruciassero vivi, mentre spingevano coloro che cercavano di scappare nel vicino villaggio di Mitilene verso le fiamme.

Se l’affermazione del Governo secondo cui l’incendio è scoppiato a causa delle manifestazioni fosse corretta, potremmo interpretarlo come un atto disperato da parte di individui che protestano contro una situazione insopportabile. Tra tutti i campi di concentramento dove i rifugiati sono detenuti su isole vicine alla Turchia o al di fuori dalla vista della popolazione sulla Grecia continentale, Moria è di gran lunga il più famoso, sia per le sue dimensioni sia per la gravità della situazione. Pur essendo stata progettata solo per circa 3.000 rifugiati, Moria ne ospitava oltre 13.000. È un simbolo del razzismo e delle politiche di esclusione disumanizzanti che costituiscono le fondamenta dell’Europa moderna.

Era inevitabile che il COVID-19 entrasse a Moria. L’imposizione di ulteriori restrizioni al campo già isolato e controllato con la forza ha portato sull’orlo del baratro una situazione già disastrosa. Adesso migliaia di persone, tra cui molti bambini, patiscono la fame e non hanno un riparo. Di fronte alla violenza fascista e poliziesca, si trovano in una situazione ancora peggiore rispetto a quella di prima.

In qualche modo, l’amministrazione di Nuova Democrazia ha utilizzato il campo di Moria per affermare che l’UE ha deluso la Grecia nella cosiddetta “crisi dei rifugiati” del 2015. Allo stesso tempo, l’amministrazione ha utilizzato il campo per alimentare le fiamme della xenofobia, definendo le condizioni del campo e la disperazione di chi lo occupa come autoinflitte. Lo Stato si sposta tra queste narrazioni in base a ciò che è politicamente opportuno.

I fascisti e i loro alleati “patriottici” si raduneranno intorno al fuoco, incolpando quelli che si trovano all’interno del campo, e lo Stato utilizzerà il disastro per chiedere ulteriori finanziamenti all’Unione Europea. L’unica nota positiva di questa storia è che Moria se n’è andata. Moria non avrebbe potuto peggiorare. Era un campo di concentramento. Ora il mondo sta prestando maggiore attenzione a un campo che era già famigerato per le sue condizioni atroci. Mentre la miseria è ora particolarmente visibile tra le rovine di Moria, speriamo che gli ex residenti trovino in qualche modo condizioni migliori e che l’attenzione internazionale che questo ha attirato dissuaderà lo Stato greco dall’intensificare gli attacchi ai rifugiati e agli immigrati descritti nei nostri report precedenti. Molti sono sopravvissuti a Moria grazie a sforzi popolari e campagne di solidarietà che non hanno nulla a che vedere con lo Stato. Questo ha incanalato gran parte dei fondi stanziati per il sostegno ai rifugiati a beneficio dell’élite civile e imprenditoriale e delle aziende da cui traggono profitto.

Oggi, mentre i media istituzionali denigrano i sopravvissuti, i rifugiati senzatetto sono sparsi ai confini delle rovine di Moria, e molti visti dormire nei cimiteri, uno dei pochi luoghi in cui possono trovare pace da poliziotti e fascisti. La Polizia antisommossa è stata inviata lì. I funzionari statali intendono affrontare questa crisi umanitaria e sanitaria imponendo “Legge e Ordine,” incoraggiando i rifugiati a rinunciare e a tornare al luogo da dove provenivano o detenendoli e trattenendoli con procedure di Polizia tese a tenere queste situazione fuori dalla vista anziché migliorare le cose per chi sta soffrendo.

Il dramma dei rifugiati e degli immigrati in Grecia è terribile; date un’occhiata ai nostri report passati per avere delle informazioni sui capitoli precedenti di questa lotta. La rete di mutuo soccorso di Lesbo ha chiesto sostegno:

“Se hai bisogno, o se sei interessato a sostenerci in qualsiasi modo, puoi contattarci telefonicamente: 6948580322 (+ Whatsapp) o via e-mail: lesvos_network@protonmail.com.”

Anche il progetto “Other Man Social Kitchen Free Food For Everyone” andato a Lesbo per cucinare per chi è rimasto senza un tetto a causa dell’incendio. Per fare una donazione, clicca qui.

Anarchici, esclusi e sfruttati devono schierarsi tutti insieme contro lo Stato e il razzismo eurocentrico. Nel 1951, quando il Tribunale Internazionale di Ginevra creò le Leggi sui rifugiati e sull’asilo in risposta alla Seconda guerra mondiale, lo Stato non poteva prevedere che queste avrebbero costretto l’Europa, gli Stati Uniti o il “Primo Mondo” in generale ad accettare coloro che sfuggono alle sofferenze del cosiddetto “Terzo Mondo.” La reazione fascista a queste Leggi mette a nudo l’ipocrisia intrinseca e la natura subordinata delle filosofie neoliberiste del Primo Mondo. Che Nuova Democrazia sia vittima o che persegua il populismo attraverso la xenofobia, la sua vera posizione riguardo alla difficile situazione di queste persone disperate si palesa nella dichiarazione di Adonis Georgiadis, Ministro dello Sviluppo e degli Investimenti e vicepresidente di Nuova Democrazia, in risposta all’incendio. I rifugiati dovrebbero “alzarsi e andarsene. Non li abbiamo invitati qui, dovrebbero andarsene.”

La resistenza dei rifugiati a Lesbo e i tentativi di solidarietà dei movimenti rivoluzionari più ampi sono diventati sostanziali. La situazione si sta evolvendo.

Le manifestazioni sono scoppiate spontaneamente nei pressi del capoluogo di Lesbo. L’11 settembre, migliaia di persone sono scese per le strade di Atene, e in tutta la Grecia sono in corso varie azioni solidali. L’11 settembre, a Lesbo si è svolta una dimostrazione antifascista, brutalmente attaccata e bersagliata con lacrimogeni dalla Polizia antisommossa. Diciannove persone sono state arrestate, molte di queste con ferite. Gli abitanti di Moria si rifiutano di perdere la loro dignità mentre affrontano attacchi da parte di fascisti locali, una masnada importata di poliziotti antisommossa e minacce di deportazione e/o sparizione. I presunti sforzi “umanitari” da parte dello Stato sono proseguiti con l’approccio “Legge e Ordine,” arrivando al punto di impedire ai militari di distribuire cibo per punire i rifugiati senza casa per aver fatto richieste e manifestato. I fascisti hanno agito parallelamente alla Polizia attaccando le azioni di mutuo soccorso - sfasciando i vetri delle auto che portano aiuti o minacciando e aggredendo chi accorre in aiuto dei rifugiati.

Alcuni residenti stanno anche combattendo alcuni tentativi statali per costruire un altro campo di concentramento sull’isola. Alcuni di loro non hanno problemi con i profughi di per sé ma piuttosto con l’uso della terra da parte dello Stato per costruire un campo di concentramento. Tuttavia, è difficile, con così tanti avvenimenti, distinguere le intenzioni di ogni attore. Molti rifugiati non sono solo senza risorse e sostegno ma devono anche affrontare la manipolazione da parte della Polizia e delle agenzie “umanitarie,” costringendone potenzialmente parecchi ad accettare l’eventuale deportazione o la perdita dello status a causa di confusione, disinformazione e disperazione. Mentre Francia e Germania hanno accettato di prendere alcuni minori, i politici europei hanno affrontato questo disastro come un semplice dibattito politico anziché la situazione disastrosa in quanto tale.

Diciamo “Addio Moria! Niente più Primo e Terzo Mondo!”

Per gli aggiornamenti sulla situazione a Lesbo, inizia da qui.

Quel che resta di Moria.

Squat

Gli sgomberi continuano. L’obiettivo più recente è stato lo storico squat Rosa Nera sull’isola di Creta.

Rosa Nera era un gigantesco squat affacciato sul mare sito nella destinazione turistica di Chania, a Creta. È stato sede di concerti, eventi educativi, organizzazione politica e varie altre attività tipiche di un centro sociale rivoluzionario. Occupato per 16 anni, era noto per la sua splendida posizione e per le sue dimensioni. Presumibilmente, lo Stato ha effettuato lo sgombero a settembre per inviare un messaggio agli squat che ancora resistevano in tutta la Grecia. Manifestazioni di solidarietà sono immediatamente scoppiate in tutta Creta, attirando 1.500 persone il giorno dello sgombero. È seguita un’occupazione del Municipio, oltre a interventi presso gli uffici locali di agenti immobiliari e manifestazioni di solidarietà in tutta l’isola e in tutta la Grecia.

Si sono verificate anche azioni di solidarietà simultanee per lo squat Terra Incognita recentemente sgomberato a Salonicco, con migliaia di persone che hanno partecipato a raduni in tutto il Paese per entrambi questi squat storici e per tutti quelli sgomberati da quando Nuova Democrazia ha chiesto l’eliminazione di tutte le occupazioni a seguito della loro ascesa al potere nel 2019.

Compagni che tentano di ricostruire Libertatia, uno squat bruciato dai fascisti a Salonicco.

Questi squat sono serviti come infrastruttura del nostro movimento. Offrono luoghi per organizzarsi ma ricoprono anche il ruolo di centri medici, palestre, basi di mutuo soccorso e risorse sociali e palestre per le arti marziali. Mentre gli assalti dello Stato infliggono colpi potenti, i cuori che hanno dato vita a quest’infrastruttura continuano a battere di desiderio rivoluzionario, e il coraggio che ha contribuito a crearla rimane.

Di recente, uno degli ultimi squat rimasti a Exarchia, K-Vox, è stato preso di mira con armi da fuoco. All’inizio di settembre, qualcuno ha sparato otto proiettili nella casa mentre le persone erano al suo interno; fortunatamente non è stato colpito nessuno. Chi si trovava lì ha riferito di aver sentito i proiettili sibilare sopra la propria testa. Ciò è avvenuto poco dopo che il vigilante Kyle Rittenhouse uccidesse due persone a Kenosha, in Wisconsin. La sparatoria non è stata rivendicata ma poiché i fascisti americani stanno influenzando la destra greca, è plausibile pensare che potrebbe essere stata compiuta da un fascista locale ispiratosi alle teorie del complotto QANON o 5G o COVID-19.

Patriarcato

Come conseguenza dell’influenza della Chiesa, la misoginia è stata a lungo una norma raramente messa in discussione nella società greca. Le aggressioni sessuali, gli abusi e persino il femminicidio dilagano da anni. Sta emergendo un movimento per rompere questo silenzio. Il lockdown dovuto al COVID-19 ha portato a un aumento degli abusi domestici riconosciuti e la revoca delle restrizioni è stata correlata a un picco di aggressioni sessuali.

Un progetto di mappatura e monitoraggio dei casi di stupro, aggressione e misoginia è online qui. Non incoraggiamo l’utilizzo di Facebook come piattaforma ma progetti come questo sono importanti e dovrebbero essere supportati e replicati con qualsiasi mezzo disponibile.

Sempre più persone parlano per rompere il silenzio sulle aggressioni sessuali. Il dipendente di una nave ha tentato di abusare sessualmente di una venticinquenne in viaggio verso l’isola di Santorini per una vacanza davanti alla figlia della donna. L’uomo ha porto le proprie scuse in tribunale e il giudice gli ha inflitto una multa di 1.000 euro per poi rilasciarlo in attesa di un processo che potrebbe o meno aver luogo, a seconda che il suo caso torni sotto i riflettori. Sull’isola di Ikaria, alcuni uomini sono stati picchiati in seguito a un tentativo di aggressione sessuale ai danni di una donna che ora teme per la sua incolumità poiché la Polizia è andata da lei per indagare sul pestaggio anziché sull’aggressione che hanno tentato di perpetrare.

Nello show televisivo “Il Grande Fratello,” un concorrente è stato sentito ridere in diretta streaming con gli altri concorrenti mentre afferma “vado con una tipa ogni giorno ‘per svuotare la mia tasca’ (eiaculare), altrimenti violenterei qualcuno.” Né il reality né il canale hanno fatto una piega se non quando ci sono state proteste pubbliche per l’incidente. L’individuo che ha pronunciato questa frase è stato squalificato dallo spettacolo; tuttavia, come è avvenuto in risposta alla famigerata fuga di notizie su Trump, molti altri misogini sono accorsi in sua difesa, sostenendo che il suo riferimento allo stupro fosse uno scherzo innocuo, o, come si dice negli Stati Uniti, “un discorso da spogliatoio.” Non c’è alcun tentativo da parte dei poteri forti di sfidare la normalità dello stupro e la persistenza del patriarcato. Ogni tentativo di apparire politicamente corretto è solamente politico, nulla più.

Un altro uomo è stato condannato per aver cosparso di benzina diverse donne nel 2018. La ragazza uccisa il mese scorso in seguito a una discussione con il suo fidanzato poliziotto a Trikala, descritta nel nostro ultimo report, è scomparsa dai titoli dei giornali mentre la Polizia tenta di dare forma alla narrazione. Eppure le donne continuano a parlare, pubblicizzando e doxxando gli aggressori sessuali e, come accennato sopra, alcuni di questi sono stati picchiati. In tutto il Paese si può assistere anche ad atti di vandalismo delle chiese cristiane ortodosse e si possono vedere graffiti e striscioni contro il patriarcato e la cultura dello stupro.

Nella città di Patrasso, alcune persone hanno compiuto un’azione degna di nota in risposta alle aggressioni e agli abusi sessuali perpetrati da una certa guardia ancora impiegata presso il centro di detenzione per migranti Petrouralli di Atene. La notte di lunedì 24 agosto, un gruppo ha attaccato un Ufficio Regionale per l’Asilo con dei palloncini di vernice rossa, inondando la zona di volantini contro la cultura dello stupro perpetrata dai poliziotti all’interno dei centri di detenzione e sprayando sulla facciata dell’edificio lo slogan: “Poliziotti e stupratori, giù le mani dagli immigrati!”

Prigione e repressione

Costas Sakkas e Giannis Dimitrakis saranno processati il 16 settembre per una presunta rapina a un bancomat della Banca del Pireo, a Salonicco. Il 18 settembre, proseguirà il processo a quattro compagni arrestati nel 2017, durante lo sgombero dello squat anarchico noto come Gare. Gli imputati hanno dichiarato con fervore che né scenderanno a compromessi né coopereranno con lo Stato.

Lo Stato greco continua ad attuare nuove restrizioni pre-processuali, impedendo le visite a Exarchia o di associazione con individui “politici” come misure cautelari. Come detto in un precedente report, quattro anarchici arrestati con l’accusa di cospirazione sono accusati di far parte di un gruppo noto come “compagni.” Lo Stato afferma che questi sono responsabili di decine di azioni rivendicate dalla firma anonima “compagni.” Questi individui stanno cercando di combattere le restrizioni pre-processuali di movimento e associazione. Qui trovate un appello alla solidarietà.

Le autorità penitenziarie continuano a trarre vantaggio dal COVID-19 per limitare i diritti dei detenuti, disturbare o interrompere le visite e il congedo e limitare o sospendere le consultazioni con gli avvocati. Il trasporto di cibo e indumenti è stato drasticamente interrotto. Le misure in materia di condizioni sanitarie e igieniche rimangono pessime come lo erano prima della pandemia. Come detto nei nostri report precedenti, il virus ha fornito solo una scusa per ulteriori punizioni ai danni di coloro che già affrontano la quotidiana sofferenza del carcere.

La struttura di detenzione per immigrati Petrouralli di Atene continua a essere un incubo per i prigionieri privi di documenti che devono affrontare la deportazione. Qui potete leggere la dichiarazione relativa alle condizioni di vita quotidiana rilasciata da un recluso lì detenuto.

Azioni

Con l’intensificarsi della repressione, le manifestazioni pubbliche sono legalmente vietate e i centri sociali occupati sono costantemente minacciati di sgombero, i movimenti rivoluzionari sono costretti ad adattarsi e mettersi al riparo durante la notte.

Da quando l’asilo universitario è stato revocato, le società di sicurezza private e la Polizia hanno collaborato per sorvegliare i campus universitari e privarli della libertà di cui godevano precedentemente nei campus greci. In risposta, un comunicato ha rivendicato la responsabilità di un incendio doloso che il 24 agosto ha colpito un’auto appartenente alla società “My Services:

“Il 24 agosto, abbiamo attaccato un veicolo della società di sicurezza “My Services” che ha coordinato gli sforzi per mantenere la sicurezza con la Polizia sui terreni universitari. Siamo entrai nella loro auto e le abbiamo dato fuoco, distruggendola completamente. Questa compagnia è una delle più grandi nel suo genere ed è di proprietà di un noto mafioso di nome Makris. Indipendentemente dai loro legami con la mafia, ciò non impedisce allo Stato e alle università di collaborare con loro tramite un contratto di sicurezza finanziato con fondi pubblici da due milioni di euro l’anno […]

Sulla base delle ultime fughe di notizie, e anche degli annunci Chrysochoidis (Ministro della Protezione civile), c’è un piano delle società di sicurezza per espandere le loro operazioni. Piani per aumentare la sicurezza nei campus, per collaborare ulteriormente con la Polizia nella formazione e nella supervisione e per modificare le leggi esistenti al fine di armare il personale di sicurezza nelle università. C’è anche una proposta per creare un sistema d’ingresso con badge elettronico per identificare le persone, condividere informazioni con lo Stato sull’attività nei campus e reprimere ulteriormente la presenza di attività rivoluzionarie e organizzative nelle università.”

-Anarchici

Nelle prime ore di giovedì 27 agosto, a Salonicco, un veicolo appartenente a un diplomatico turco è stato dato alle fiamme. L’azione, avvenuta in un quartiere che ospita svariate ambasciate, è servita a comunicare la volontà di scioperare a prescindere dagli immensi problemi di sicurezza in tale area. L’azione è stata dichiarata solidale con Ebru Timtik, deceduta in una delle prigioni di Recep Tayyip Erdoğan dopo uno sciopero della fame durato 238 giorni. Un comunicato per l’azione ha anche espresso solidarietà con lo squat Terra Incognita. Il suo rilascio sembra essere stato programmato in coincidenza con le giornate internazionali di solidarietà con i prigionieri politici annunciate per il 23-28 agosto dalla Croce Nera anarchica.

Dal comunicato:

“Ci assumiamo la responsabilità dell’incendio doloso di un veicolo diplomatico in via Ioanni Varvaki a Salonicco, nelle prime ore di giovedì 27 agosto. Chiediamo a tutto il mondo di lottare per trasformare l’appello della Solidarietà Internazionale con i prigionieri politici in una fiamma ardente di aggressione, che unirà le nostre lotte di ribellione in tutto il mondo. Alla luce di quest’appello, abbiamo intrapreso quest’azione in risposta all’omicidio da parte dello Stato fascista di Erdoğan in Turchia di un’altra scioperante. Ebru Timtik è morta il 27 agosto, dopo 238 giorni di sciopero della fame, chiedendo un processo equo.

Ogni passo della repressione statale è un appello alla guerra.

Ogni perdita è un’occasione per nuove ondate di attacco.

Solidarietà con l’occupazione di Terra Incognita e con chi lotta fino alla fine contro l’ingiustizia.”

-Squat arrabbiati

Nella tarda notte del 30 agosto, l’auto personale di Stefanos Tsonakidis, noto fascista di Patrasso, è stata distrutta da un incendio doloso mentre era parcheggiata davanti a casa sua. In passato, Stefanos era membro del gruppo fascista Alba Dorata e ora si è unito a un gruppo scissionista ancora più fascista creato dal noto neonazista Ilias Kasidiaris. Quest’azione è stata rivendicata da “Azione Antifascista,” per inviare il messaggio che, in Grecia, non esiste uno spazio sicuro per il fascismo.

Exarchia e spazio pubblico

Dal nostro ultimo report, a Exarchia è cambiato ben poco. I poliziotti continuano a dilagare per le strade, molestando le donne, chiunque abbia la pelle scura e chi sembra “alternativo” o queer - anche se con la fine dell’estate, il ritorno delle persone nelle strade in concomitanza con la riapertura delle attività ha impedito che si verificassero alcuni di queste molestie e di questi abusi. Gli attacchi della Squadra Delta e della Polizia antisommossa continuano dirigendosi contro qualsiasi incontro nello spazio pubblico a meno che non si tratti di motivi commerciali o che non avvantaggino il movimento. Si vedono più poliziotti in uniforme a Exarchia che in qualsiasi altra parte della città. Per fortuna, Airbnb ha ricevuto un duro colpo con il COVID-19, anche se i proprietari di attività e gli imprenditori edili stanno puntando su un grande boom dopo che l’attenuazione della pandemia. Purtroppo, ciò significa che gli uomini d’affari stranieri e le élite locali hanno mantenuto le loro proprietà nel centro di Atene come beni a lungo termine, continuando a far pagare affitti assurdamente elevate che non riflettono gli stipendi locali.

Nel contesto della lotta in corso per il controllo di Exarchia, vale la pena segnalare un caso in cui una persona ha affrontato e vinto un processo.

Elias Gionis è un artista locale e attivista queer. Prima dell’occupazione formale della Polizia, intensificatasi durante il lockdown del COVID-19, le donne, le persone di colore e LGBTQ erano vessate da mafiosi e spacciatori. Ora che molti di loro si sono trasferiti altrove o sono diventati più cauti nel collaborare con la Polizia, i poliziotti hanno preso il loro posto. Infatti, la Polizia è stata la prima a spingere spacciatori e tossicodipendenti a Exarchia per screditare la reputazione del quartiere in quanto zona libera dalla Polizia.

Elias Gionis stava passeggiando per Exarchia quando alcuni agenti Delta lo hanno molestato. Elias ha risposto, difendendosi verbalmente. Essendo abituati al silenzio in risposta alle loro minacce, poiché molti residenti a Exarchia vivono nel timore delle loro percosse e dei loro arresti autorizzati dallo Stato, gli ufficiali lo hanno arrestato. Elias ha affrontato il processo e il rischio del carcere solo per essersi difeso verbalmente dai loro abusi omofobi. Fortunatamente, le accuse sono state ritirate all’inizio di settembre.

Una dichiarazione di Elias:

” I poliziotti sono arbitraria nei confronti dei cittadini perché hanno la libertà di esserlo. Quando vieni attaccato da un cittadino, ti viene insegnato a chiamare la Polizia per proteggerti. Quando i poliziotti ti attaccano, allora ti costringono a proteggerti. Cosa accadrebbe se non fossi un noto attivista, se fossi un ragazzino debole senza un avvocato, senza possibilità finanziarie e senza una famiglia che mi sostenga, soprattutto se fossi una persona senza una famiglia che mi ha supportato sapendo che ero gay? Così come ogni giorno che sentiamo che un omosessuale è stato attaccato, così dovremmo iniziare a sentire che un agente di polizia ha udito una risposta. Per dar forza agli altri ragazzini che potrebbero aver subìto un torto o per sapere come reagire, se accadrà loro in futuro.”

Qui potete approfondire il caso di Elias.

Graffiti di una manifestazione di solidarietà con un cittadino pakistano colpito e ucciso al confine con la Grecia dopo aver vissuto nel Paese per un po’ di tempo.

Natura

Come accennato in report precedenti, i conflitti ambientali stanno intensificandosi poiché il Governo cerca di compensare la perdita di denaro dei turisti. Nella regione di Pelion, lo Stato ha iniziato ad ampliare i suoi tentativi di assumere il controllo delle forniture idriche nella zona biodiversa della montagna. In sinergia con altre assemblee comunitarie della regione, come quella di Stagiates, il villaggio di Drakia ha istituito un’assemblea popolare per fermare la privatizzazione e lo sfruttamento delle fonti d’acqua naturali. Gli abitanti dei villaggi hanno bloccato i costruttori del gruppo DEYAMB, che gestisce i sistemi idrici e fognari che servono la vicina città di Volos. DEYAMNB ha in previsione di far arrivare la Polizia; molti presagiscono che ci sarà una lotta a lungo termine come quella vista nella vicina Stagiates. Le assemblee popolari nei villaggi di tutta la regione hanno dato più forza a un movimento che difende la terra da costruttori e da élite imprenditoriali.

Intanto, a Volos la lotta contro la combustione dei rifiuti industriali prosegue grazie a un’imponente azione di striscioni contro l’impianto. Ci sono anche proteste contro le turbine eoliche, con blocchi istituiti sull’isola di Tinos. Lo Stato ha disposto che la Polizia stazioni nei villaggi e sulle isole per contrastare la resistenza popolare, per fermare il traffico per scortare macchinari industriali o per bloccare intere regioni affinché le cime delle montagne vengano distrutte prima che possa emergere una qualsiasi forma di resistenza.

Come sulla costa occidentale degli Stati Uniti, continuano a divampare anche gli incendi, probabilmente causati da una combinazione di cambiamenti climatici e imprenditori greci che cercano di eludere le normative che regolamentano le strutture edilizie. Indipendentemente da chi sia responsabile, il capitalismo è alla base di questi disastri. Con l’aggravarsi della crisi climatica, possiamo aspettarci un aumento di tragici eventi ecologici e, si spera, una crescita parallela della resistenza a essi.

Moria in fiamme. Dalla costa occidentale degli Stati Uniti agli incendi in Grecia e a quello che ha distrutto Moria, vedremo sempre più rifugiati. Il modo in cui trattiamo gli altri in questi momenti di difficoltà determinerà come gli altri ci tratteranno in seguito.

L’anniversario dell’omicidio di Pavlos Fyssas

Il 18 settembre segna il settimo anniversario del giorno in cui i neo-nazisti di Alba Dorata ammazzarono il musicista antifascista Pavlos Fyssas. Da allora, l’unica giustizia che abbiamo visto per il suo omicidio è stata l’uccisione anonima di due membri fascisti di Alba Dorata e il più ampio movimento di strada della resistenza antifascista. Lo Stato continua a giocare nei suoi tribunali, mutando l’urgenza dell’accusa in base all’attenzione da parte dei media. Tuttavia, il 7 ottobre è previsto un verdetto.

I fascisti sono saliti sul carrozzone delle teorie del complotto globale. Alba Dorata e altri gruppi neo-nazisti greci hanno sfidato le restrizioni legate al COVID-19, diffondendo assurdità sul 5G e prendendo altri spunti dalle loro controparti americane e tedesche. Per strada si assistono a risse. Dall’altra parte, gli antifascisti hanno trovato il leader di Alba Dorata e l’hanno attaccato con bottiglie d’acqua mentre si trovava in vacanza. Mentre l’amministrazione intensifica la repressione, ci aspettiamo un futuro molto più intenso di lotta contro le iniziative fasciste in Grecia.

Pavlos Fyssas.

Graffiti che commemorano Pavlos Fyssas con il suo nome d’arte di MC, Killah P

Il sindacato dei Rider

Il sindacato greco dei rider è stato attaccato deliberatamente per aver organizzato eventi. Wolt ed E-food, le versioni greche di Seamless o Uber Eats, hanno fatto breccia nel Paese. Questo è indice dell’ulteriore automazione greca, conseguenza della “modernizzazione” dell’economia del Paese. Qui, la gig economy non è ancora ampiamente compresa ma App come BEAT (Uber greco per i taxi) e Airbnb hanno stabilito precedenti per la sua espansione. Questi servizi complicheranno la vita dei rider; è molto più difficile affrontare un capo invisibile quando un lavoratore ha subìto un torto.

Ricerche petrolifera e giochi militari Mentre l’economia si è ridotta esponenzialmente a causa delle misure per controllare il COVID-19, lo Stato greco è stato in grado di trovare 2,5 miliardi di euro per aumentare le sue forze armate in risposta al recente conflitto nel Mediterraneo. Come detto in report precedenti, i capi di stato turco e greco stanno entrambi approfittando delle crescenti tensioni relative alle trivellazioni petrolifere nel Mediterraneo. La Turchia sta inviando navi per la ricerca petrolifera nel Mar Egeo, fatto che la Grecia sostiene essere una violazione della sovranità nazionale. Entrambi i Paesi stanno utilizzando questo conflitto sulle risorse naturali e sulle rivendicazioni marittime per alimentare le fiamme dell’orgoglio nazionale radicato in obiettivi militaristici. Indipendentemente da chi ha ragione secondo il diritto internazionale, è ovvio perché la retorica si sta intensificando in un momento in cui sono necessari dei diversivi, affinché s’instauri la realtà dell’economia post-pandemica in entrambi gli Stati. Ciò detto, se l’accordo pianificato da Grecia, Cipro e Israele per perforare nel Mediterraneo e creare un gasdotto sotto il mare nella Grecia continentale e verso l’Europa andrà in porto, porterà senza dubbio a disastri ambientali letali e allo sradicamento sociale. Questa situazione avrà effetti catastrofici sulle persone e sul territorio intorno al Mar Egeo.

The La presidentessa della Commissione europea stringe la mano a un agente della Polizia di frontiera greca.

Conclusione

Mentre sta accadendo tutto ciò, in molti stanno combattendo per lo sgravio delle bollette elettriche e semplicemente per mantenere le proprie case. Il movimento anarchico greco sta affrontando una repressione modernizzante. Il controllo della “qualità della vita” e un nuovo status quo simile al controllo sociale visto nell’Europa settentrionale e negli Stati Uniti stanno puntando verso la Grecia mentre le autorità cercano di reinventare i Balcani “europeizzati.”

La situazione è desolante. Tuttavia, i nostri cuori sono ancora qui. I nostri corpi sono ancora qui. La nostra passione e il nostro desiderio rimangono, in attesa della prossima ondata insurrezionale. È solo questione di tempo.

Possa la fiaccola dell’insurrezione e della resistenza diffondersi in tutto il mondo attraverso la nostra solidarietà senza confini.